L’orchestra invisibile

Azione mimica
di e con Matteo Belli

Chi dirige il direttore d’orchestra?

Se “chi” è complemento oggetto, potremmo rispondere “gli orchestrali”, ma se “chi” è soggetto, stiamo alludendo a qualcuno o qualcosa capace di determinare, influenzandolo, l’operato di un direttore che, a questo punto, diventerebbe un tramite, uno strumento nelle mani di quel qualcuno o quel qualcosa.

Questa è la domanda che si pone il presente brano mimico di Matteo Belli, che mette in scena una sorta di creatura “panica”, capace di percepire le influenze più diverse ed eterogenee e farle interagire con i suoni, le note, gli accordi, il ritmo e il fraseggio del brano che si trova a dirigere e che si trasforma in uno spartito forse casuale, sicuramente intessuto di caos e di cosmos, di ordine e di confusione, di alea e di destino, di fortuna e di volontà, tutti vettori di un Progetto che può sembrare imperscrutabile ma che, nell’apparente imprevedibilità degli eventi, si rivela in grado di organizzare gli accadimenti più disparati come interpreti di una concordia superiore, risonante di una forma di bellezza che, pur nell’apparente divergenza dal piano originario di un concerto che sembra abortire da un momento all’altro, sovrintende, invece, ogni minimo dettaglio di questo sinfonismo folle ma assolutamente armonico.